“Sono arrivato in Italia, a Foggia e insieme ad altri compagni della mia terra abbiamo raccolto i pomodori.
Ricordo grandi cassoni da riempire per pochi soldi.
Finita la stagione, mi sono ritrovato senza casa e senza lavoro nella tendopoli di Rosarno.
È lì che ho conosciuto il Progetto Spartacus.
Mi è stato chiesto se volessi lavorare regolarmente, ho risposto “Sì!””
J.M. 56 anni, bracciante della Costa D’Avorio.
Questa è solo una delle testimonianze raccolte dai beneficiari del Progetto Spartacus, denominato come lo schiavo che capeggiò la rivolta contro Roma ai tempi dell’Impero.
Anche la nostra è una rivolta che vuole contribuire ad un cambiamento, seppur piccolo.
Con il Progetto Spartacus, la nostra voce si unisce a quella di J.M. e di tutti i braccianti, vittime di un sistema che non li tutela, in cui sfruttamento, condizioni precarie e discriminazione sono tristemente normalizzate.
Oggi, ci impegniamo in una lotta contro il “caporalato” e chiediamo a gran voce la diffusione di una cultura del rispetto dei diritti umani, sociali e dell’ambiente.
Il progetto
Il Progetto Spartacus nasce con l'obiettivo di ridurre lo sfruttamento endemico del lavoro (caporalato) dei braccianti stranieri, fornendo loro opportunità di lavoro legali, percorsi di formazione e integrazione, nonché l’accesso ai diritti umani e sociali fondamentali.
L’idea del Progetto Spartacus prende forma nel 2018, da riflessioni in situ durante una visita alla baraccopoli di San Ferdinando, in Calabria, da parte di una delegazione dell’Associazione Chico Mendes (ACM) e dalla Fondazione Peppino Vismara.
Grazie alle sinergie e ai partenariati già presenti sul territorio calabrese, in particolare con l’Associazione Interculturale International House, nel gennaio del 2019 la Fondazione Peppino Vismara decise di finanziare un primo intervento pilota di un anno.
Oggi, il Progetto Spartacus, viene portato avanti con la collaborazione dell’Associazione NO CAP, leader nella lotta contro il caporalato in Italia.
Il contesto
Spartacus conosce i suoi albori in Calabria, dove migliaia di migranti risiedono nei ghetti della Piana di Gioia Tauro (Rosarno e San Ferdinando) e nella Piana di Sibari, lavorando per la raccolta degli agrumi, in condizioni di sfruttamento e illegalità, costretti a vivere in baraccopoli e tendopoli, nel degrado assoluto, senza acqua corrente, elettricità e senza alcuna sicurezza.
Nel 2022, è stato selezionato dall'European Network Foundation all'interno del programma EPIM per favorire l'inclusione dei migranti in Europa.
In questi anni, grazie alla collaborazione con l’Agenzia Agricola No Profit Il Frantoio del Parco, il progetto Spartacus si è ampliato, andando ad interessare anche la Toscana, dove vengono offerti corsi di formazione in olivicoltura e tirocini.
Nel 2024, grazie alla collaborazione con l'Associazione NO CAP, leader nella lotta contro il caporalato in Italia, il Progetto si è esteso anche in Puglia, principalmente nel territorio di Foggia e nell’area metropolitana di Bari.
Il progetto è sostenuto grazie al contributo di diversi donor: Fondazione Prosolidar, Fondazione San Zeno, Epim, Fondazione Con il Sud, Fondazione Peppino Vismara, Fondazione Emmaus, Unione Buddista Italiana, Chiesa Evangelica Valdese e Chiesa Battista.
Grazie al supporto e all’impegno collettivo delle realtà che ci hanno affiancati in questi anni, abbiamo fatto piccoli ma importanti passi verso il cambiamento e insieme continuiamo a lottare per spezzare le catene dello sfruttamento e dell’illegalità.
Gli obiettivi
Il Progetto Spartacus mira a fornire un aiuto concreto ai lavoratori migranti e alle aziende, promuovendo una cultura del lavoro dignitosa e costruendo filiere alternative ed eque in cui gli immigrati non rappresentano più l’ultimo anello di una lunga catena di sfruttamento, ma diventano ricchezza culturale, sociale ed economica.
Spartacus agisce su cinque aree di intervento:
- Lavoro - favorire il superamento delle condizioni di illegalità, attraverso il matching tra lavoratori e aziende eticamente orientate.
- Accoglienza - per superare il sistema degli insediamenti informali, ghetti e baraccopoli abbandonate ad una condizione di degrado assoluto, senza acqua corrente, elettricità e senza alcuna sicurezza.
- Formazione - per potenziare, attraverso corsi di formazione e tirocini, le conoscenze linguistiche, civiche e le competenze tecniche per favorire l’inclusione sociale.
- Servizi - per garantire assistenza legale, per i trasporti in sicurezza della forza bracciantile e per contrastare il ruolo dei caporali.
- Networking - trovare soluzioni condivise con i diversi enti coinvolti (Istituzioni, società civile, aziende, associazioni di categorie…)
Le fasi e i risultati
Dal 2019 ad oggi grazie al Progetto Spartacus centinaia di migranti hanno:
- trovato un impiego dignitoso con contratti regolari ed equamente retribuiti nel settore agricolo e nei trasporti
- trovato un alloggio dignitoso
- ricevuto formazione professionale
- ricevuto assistenza legale
- frequentato un corso di lingua italiana
Grazie al sostegno di Unione Buddista Italiana e dell'8x1000 della Chiesa Battista, dal 2022, ai braccianti vengono offerti percorsi di cittadinanza attiva per una maggiore consapevolezza su diritti e doveri, orientamento legale e professionale e corsi di lingua italiana.
Prossimi obiettivi
Il Progetto Spartacus proseguirà con:
- azioni di scouting di nuove aziende per assicurare una migliore pianificazione delle attività di inserimento lavorativo e per assumere il maggior numero di immigrati possibile durante la prossima stagione olivicola ed agrumicola;
- costruzione di filiere alternative ed eque per i prodotti delle imprese locali virtuose e una rete nazionale di imprese, eticamente orientate, che possano assumere le persone che vivono nelle baraccopoli;
- potenziamento delle formazioni tecniche dei beneficiari;
- attivazione di una rete di soggetti del terzo settore e pubblici per l’offerta di alloggi dignitosi fuori dai ghetti;
- formazione degli stessi beneficiari per entrare nel team di lavoro, come autisti e mediatori.